Pila a secco di Zamboni

Teatro Fisico della Sapienza di Roma, 1816; 23x3x3

La pila di Zamboni è molto simile alla pila a colonna di Volta ma in luogo dei dischi metallici di rame e zinco presenta dei dischi di carta di due tipi, detti d'oro e d'argento, i primi di rame, i secondi di una lega di stagno e zinco. Poiché la carta a contatto dell'aria si inumidisce, non è necessario alternare alle coppie metalliche i dischi imbevuti di acqua acidulata. I dischi sono infilati in un'asta centrale di alluminio che termina con un gancio. La pila è in grado di erogare corrente di bassa intensità; offre tuttavia il vantaggio di una durata sensibile grazie alla possibilità di impilare un numero altissimo di dischi di piccolo spessore. La pila a secco veniva utilizzata quasi esclusivamente nell'elettroscopio di Bohnenberger o nel cosiddetto moto perpetuo di Zamboni. L'esemplare mostrato, dotato di custodia, è  stato costruito da Zamboni e donato all'Istituto di Fisica di Roma.

(M. Grazia Ianniello)