Specchi parabolici

Il nostro Museo conserva un apparato che già compariva nel catalogo del 1828 e nel "nuovo" Museo di Fisica, inaugurato nel 1857 all'ultimo piano del Palazzo della Sapienza:

"Fra le macchine pertinenti al calorico si veggono due grandi specchi ustori parabolici [...] di grandi dimensioni, che coniugati alla distanza di 20 metri l'uno dall'altro possono accendere un lume".

Ogni specchio metallico, trattenuto in una cornice di legno, è orientabile sia orizzontalmente, sia verticalmente, e possiede un'asta verticale con un gancio posizionabile nella zona del fuoco; inoltre, esiste un foro nel centro della superficie, che probabilmente poteva essere utilizzato come mirino. E' sorretto da due colonnine neoclassiche che poggiano su un'asse sagomata e imperniata su una colonna cava in legno.

Strumento di carattere essenzialmente dimostrativo, di splendida fattura, veniva impiegato sia per sperimentazioni sulla radiazione termica (il calorico raggiante), sia per la riflessione delle onde sonore. Ponendo nel fuoco del primo specchio una debole sorgente acustica (tipicamente un orologio) e nel fuoco del secondo direttamente l'orecchio o l'imboccatura di un cornetto acustico, si può ascoltare agevolmente il suono trasmesso dal primo e concentrato dal secondo, anche a distanze dell'ordine della decina di metri.

(Daniele Rebuzzi)

Costruttore ignoto; 1820 ca.; 110x46x192 cm; metallo, legno