Macchine elettrostatiche a induzione

Le macchine a induzione sono basate sui processi moltiplicativi di una carica iniziale per induzione ripetuta mediante trasporto delle cariche su un disco rotante. Nella collezione, oltre alle macchine di Holtz, del 1865, prototipi di questa classe di apparati, sono presenti altri esemplari che rappresentano in modo significativo l'evoluzione delle macchine elettrostatiche a induzione, dalla macchina di Wimshurst (1885), a innesco automatico, alle macchine di Wommelsdorf (dal 1907) a motore. Le macchine a induzione costituirono, fino all'inizio degli anni Trenta del Novecento, il mezzo più semplice per ottenere potenziali continui elevati, dell'ordine dei 100 kV. Mentre una macchina di Holtz con due dischi da 55 cm di diametro produceva scintille di circa 20 cm di lunghezza e una intensità di corrente di picco dell'ordine di  50 mA, una macchina di Wommelsdorf a 5 dischi delle stesse dimensioni poteva già produrre scintille di circa  35 cm e un'intensità di corrente di picco dell'ordine del mA.

(M. Grazia Ianniello)

 

 

 

Macchina di Holtz Macchina di Holtz a dischi orizzontali Macchina di Wimshurst

 

 

 

 

Macchina a due dischi Macchina a più coppie di dischi Macchina a 5 coppie di dischi Macchina a 19 coppie di dischi