La riforma dei cicli scolastici dell’istruzione primaria e secondaria, introdotta con la legge n. 53 del 2003, ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica, insieme al tema del rinnovamento dei metodi d’insegnamento, quello della configurazione dell’edificio scolastico e della sua capacità di adattarsi alle mutevoli esigenze della didattica.
E’ a tutti noto che oggi il termine scuola, piuttosto che un luogo in cui si insegna definisce un luogo in cui si apprende e che è quindi destinato ad accogliere un sistema di attività integrate e sovrapposte che costituisce l’essenza della suo organizzazione e del suo funzionamento.
Questo modo di considerare la scuola tende quindi ad amplificare la questione dell’integrazione fra le discipline, dell’individualità del rapporto fra docenti e alunni e a dar vita a molteplici e variegati percorsi formativi che influiscono sulla stessa organizzazione distributiva dell’organismo edilizio e sulla sua configurazione.
La scuola emerge nel panorama progettuale come un tema innovativo. Richiede quindi sondaggi e sperimentazioni finalizzati ad adeguarne la struttura spaziale all’evoluzione dei sistemi pedagogici anche perché il sistema normativo che ne regola la costruzione risale ormai a più di trent’anni fa poiché è stato adottato con un Decreto Ministeriale del 18 dicembre 1975.
La scuola primaria, che insieme alla scuola secondaria di primo grado costituirà il primo ciclo d’istruzione, è l’oggetto di questo studio.